Oltre 1,5 milioni di famiglie e quasi 5 milioni di poveri. E’ questo il dato che emerge dall’Istat. E’ il dato del 2015 che deve far riflettere e non poco. Nel recente rapporto sulla povertà in Italia, l’incidenza della povertà assoluta si mantiene sui livelli stimati negli ultimi tre anni per le famiglieCresce invece se misurata in termini di persone (7,6% della popolazione residente nel 2015, 6,8% nel 2014 e 7,3% nel 2013). Anche la povertà relativa risulta stabile nel 2015 in termini di famiglie (2 milioni 678 mila, pari al 10,4% delle famiglie residenti dal 10,3% del 2014) mentre aumenta in termini di persone (8 milioni 307 mila, pari al 13,7% delle persone residenti dal 12,9% del 2014).
Il dato che fa riflettere è quello del sud: quattro famiglie su dieci sono in povertà assoluta. Quasi il 40%. Siamo al 38,2% contro il 29,5% del 2014.
Un dato allarmante. Ma non è solo questo che deve far riflettere. Anche al Nord la povertà è in aumento. Si passa da un 4,2% del 2015 al 5% del 2015. Il fenomeno è dovuto all’ampliarsi di famiglie di soli stranieri (da 24,0 a 32,1%). Segnali di peggioramento si registrano anche tra le famiglie che risiedono nei comuni centro di area metropolitana (l’incidenza aumenta da 5,3 del 2014 a 7,2%) e tra quelle con persona di riferimento tra i 45 e i 54 anni di età (da 6,0 a 7,5%).
Ultimo dato su cui occorre far riflettere è la povertà in base al titolo di studio: l’incidenza di povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento e del suo titolo di studio Si amplia anche l’incidenza della povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento occupata (da 5,2 del 2014 a 6,1%), in particolare se operaio (da 9,7 a 11,7%). Rimane contenuta tra le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,9%) e ritirata dal lavoro (3,8%).
L’Italia diventa sempre più povera!.